E se i tuoi prossimi occhiali fossero realizzati con mozziconi di sigaretta?
Da rifiuti a risorse: un'idea innovativa per ridurre l'inquinamento dei mozziconi di sigaretta.
Un movimento veloce, distratto, un mozzicone gettato a terra. Ora immagina milioni di questi gesti, ogni giorno, sulle nostre spiagge, nelle strade, nei parchi. Il risultato? Un’emergenza ambientale silenziosa ma devastante. Basti pensare che, solo nelle coste italiane, i mozziconi di sigaretta sono il rifiuto in assoluto più presente, fino a un 30% dell’immondizia raccolta nel totale, superando pezzetti di plastica sparsi e tappi di bottiglie.

Ma se invece di essere un problema, quei mozziconi diventassero una risorsa? È proprio questa l’idea rivoluzionaria di Essequadro, un’azienda irpina con oltre mezzo secolo di esperienza nella produzione di occhiali, che ha deciso di convertire i filtri delle sigarette in montature, grazie all’estrazione dell’acetato di cellulosa. «Tutto è iniziato durante un viaggio di lavoro – racconta Simone Sorrentino, responsabile finanziario di Essequadro – quando abbiamo letto un articolo che parlava della possibilità di ricavare acetato di cellulosa dai mozziconi». Tornati in azienda, l’intuizione si è concretizzata: lo stabilimento, che produce occhiali con tecnologie avanzate ma mantenendo un approccio artigianale, ha avviato uno studio approfondito per verificare la fattibilità dell’idea.
L’analisi del reparto Ricerca e Sviluppo di Essequadro ha poi rivelato il potenziale nascosto nei mozziconi. «Le cicche contengono principalmente due elementi: il tabacco incombusto e il filtro, composto da acetato di cellulosa, lo stesso materiale impiegato per la produzione degli occhiali», spiega Sorrentino. Questa scoperta ha aperto nuove prospettive su uno dei rifiuti più inquinanti presenti nei nostri ambienti; infatti, le fibre di acetato di cellulosa nei filtri, sottoposte a stress termici e meccanici, si frammentano generando microplastiche non biodegradabili, con gravi conseguenze per l’ecosistema.
L’idea si è evoluta fino a ottenere un brevetto ma, nonostante il successo della fase sperimentale, il progetto è ancora un prototipo. La sfida principale, come sottolinea Sorrentino, è la mancanza di una normativa che regolamenti il recupero dei mozziconi, attualmente classificati come rifiuti indifferenziati. «Senza una legislazione chiara, non possiamo passare alla produzione su larga scala. Solo con una normativa adeguata potremo trasformare questa innovazione in un processo industriale completamente circolare».

E sarebbe veramente uno spreco non sfruttare questa idea anche per le grandi produzioni. L’iniziativa, infatti, dimostra che anche i rifiuti più insospettabili possono avere una seconda vita, trasformandosi in oggetti di valore. E se persino dei mozziconi possono diventare occhiali, chissà quali altre trasformazioni ci riserva il futuro!